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domenica 30 maggio 2010
Il fiore di tagete
Il fiore era bellissimo, di due colori, rosso e giallo. Il rosso tendeva un po’ al bordeaux. Era anche molto profumato, ma non era stato colto per essere messo nel vaso, a far bella mostra di sé. Era un fiore di tagete, e stava lì con tanti altri in un’aiuola, ai piedi di un albero di melo. Una macchia di colore nel prato verde. Si godeva il sole che lo illuminava e lo scaldava, e la rugiada la mattina all’alba. Piano piano si avvizzì e perse tutti i petali. Ma era contento perché ancora nessuno lo aveva colto. Era in bella compagnia perché anche gli altri fiori si stavano appassendo. I petali cominciarono a cadere e a formare un piccolo tappeto sotto l’albero. Rimasero solo i semini dentro la corolla, che ancora non era completamente secca. Poi anche la corolla si aprì e tutti i semi caddero sul terreno. Come era caldo quel terreno! E sempre umido, un po’ perché protetto dall’albero, un po’ perché la rugiada la mattina era veramente abbondante. Qualche seme si perse nel vento, ma alcuni s’intrufolarono nel terreno tra i petali appassiti. E dopo qualche giorno dalla terra fece capolino un piccolo stelo con all’apice una fogliolina. Si stiracchiò al sole, contento di quella bella luce, dopo giorni di buio. Passarono ancora altri giorni, e dopo la prima fogliolina, apparvero le altre, belle verdi e lucenti. E poi, eccolo, il nuovo fiore di tagete. Dapprima un bottone schiuso, poi piano piano aperto, colorato e profumatissimo.
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