Visualizzazioni totali

giovedì 24 febbraio 2011

L'uso dei cellulari altera attività cervello

Il rischio per le telefonate lunghe, lo studio pubblicato sulla rivista 'Jama'

23 febbraio, 18:37


Una donna chiacchiera al cellulare
L'uso dei cellulari altera attività cervello  ROMA - Le telefonate lunghe col cellulare modificano l'attività del cervello nelle zone limitrofe alla posizione dell'antenna del telefono ma non è chiaro se questo cambiamento di attività abbia dei significati dal punto di vista della salute. E' quanto dimostra uno studio di Nora Volkow del National Institutes of Health di Bethesda: una telefonata lunga 50 minuti cambia il livello di attivazione di certe aree neurali in corrispondenza dell'antenna del telefono, come è riscontrabile misurando il metabolismo dello zucchero in quelle aree. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista dell'Associazione Nazionale dei Medici Americani 'JAMA'.
La possibilità che i telefonini facciano male alla salute e aumentino il rischio di cancro al cervello è oggetto di indagine ormai da molti anni e vari studi hanno smentito o avvalorato a più riprese tale ipotesi. Lo studio Usa è stato teso, invece, non a vedere gli effetti clinici del cellulare ma piuttosto gli effetti sul cervello in sé. Gli esperti hanno chiesto a 47 volontari di tenere per 50 minuti un cellulare acceso (ma senza suono) su un orecchio e uno spento sull'altro (il test è stato ripetuto due volte invertendo l'orecchio su cui era poggiato il telefonino acceso); poi hanno misurato con la PET (tomografia) il metabolismo del cervello.
Più precisamente gli esperti hanno usato come indicatore dell'attività cerebrale il metabolismo dello zucchero (glucosio); più glucosio viene consumato più il cervello è attivo. E' emerso che nella corteccia orbitofrontale e temporale sul lato del cervello su cui era poggiato il cellulare acceso è aumentato in misura significativa (circa del 7%) il metabolismo dello zucchero. Servono però nuovi studi, concludono i ricercatori, per capire i potenziali effetti a lungo termine per la salute di queste alterazioni.

martedì 15 febbraio 2011

Alimentazione e infanzia

Sinceramene non mi ricordo da dove ho letto e ripreso questo articolo, veramente interessante:

Bambini in salute: l’alimentazione nell’infanzia



I bambini, si sa, sono “clienti” difficili ed esigenti. La maggior parte dei cibi sani e consigliabili non trova gradimento nel loro palato. Ci sono, però, tanti trucchi per contrastare le cattive abitudini e radicare in loro sane abitudini di vita. Il cancro è una patologia strettamente legata al cibo: mangiare correttamente sin da piccoli è il miglior investimento per la salute.


Le preferenze alimentari e l’abitudine a un regolare esercizio fisico si consolidano nei primi anni di vita. Per questo è molto importante insegnare ai più piccoli ad alimentarsi correttamente e invitarli a praticare sport nella giusta quantità.






Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato che oltre il 30 per cento dei tumori è associato al tipo di alimentazione seguita e che un consumo di cibi sani fin dalla più giovane età si accompagna a una più bassa incidenza di tumori.






Questo dato è stato confermato anche da un grande studio epidemiologico europeo, lo studio EPIC, al quale anche AIRC ha contribuito.






L’elemento determinante, secondo lo studio EPIC, è l’elevato consumo di vegetali fin dalla più tenera infanzia, a fronte di un apporto contenuto di proteine di origine animale.


QUESTIONE DI PROPORZIONI


Perché i più piccoli siano sempre svegli e pieni di energie è necessario che l’apporto calorico segua lo schema rappresentato qui sotto.






L’importanza reciproca di pranzo e cena è, purtroppo, spesso invertita: i bambini che mangiano nelle mense scolastiche tendono a non consumare l’intero pasto (spesso perché non gradito), mentre i genitori che lavorano riservano alla sera il menù più completo, favorendo così l’aumento di peso. Durante la notte, infatti, il bambino non ha modo di smaltire le calorie in eccesso.










LA COLAZIONE È UNA COSA SERIA


La colazione del mattino, spesso sottovalutata in Italia, è molto importante perché al risveglio, dopo una media di 10 ore di digiuno, l’organismo ha bisogno di “carburante” per ripartire.






Per fare una buona colazione, l’elemento chiave è il tempo. Alzarsi dieci minuti prima per sedersi a tavola è una strategia vincente: non solo si dà al bambino il tempo di svegliarsi con calma e di sentire gli effetti del digiuno notturno, ma si incentiva un inizio della giornata non troppo frenetico.






Una colazione scarsa innesca un vero e proprio circolo vizioso: è facile infatti che il bambino che non mangia al risveglio si butti affamato sulla merenda di metà mattina. Di conseguenza a pranzo non avrà fame. La merenda pomeridiana sarà quindi eccessivamente abbondante e la cena scarsa: in sostanza si sposta il bilancio nutrizionale verso gli spuntini di scarso valore a scapito dei pasti principali.






La merenda di metà mattina dovrebbe essere costituita da un frutto fresco o da semplice pane, meglio se integrale, che fornisce un buon apporto di carboidrati senza l’eccesso di zuccheri presente invece nelle merendine e nei biscotti.






martedì 8 febbraio 2011

zinonna: lasagne con riciclo di scarti di carciofi

zinonna: lasagne con riciclo di scarti di carciofi: "sono finalmente arrivati i carciofi romaneschi. Li ho trovati neanche troppo cari e subito ne ho comprati 10. Li ho tutti puliti per cucinar..."