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domenica 4 novembre 2012

sapone liquido per le mani fatto con la cenere

Oggi avevo finito il mio sapone liquido per le mani, da me preparato precedenemente con il mio sapone di marsiglia, ed allora ho voluto provare a fare un sapone liquido per le mani dal sapone fatto con la cenere.
Ebbene avevo da parte degli eperimenti non riusciti di sapone con la cenere, uno era semisolido, dentro una formina di formaggio filadelphia.
Ho tirato fuori il sapone, l'ho messo in un pentolino a bagnomaria per farlo sciogliere completamente, ed ho incominciato ad aggiungere acqua di rose. Ne ho messo circa 300 ml, fino a che ho ottenuto la consistenza desiderata.
Ho aggiunto poi l'olio essenziale tea tree, in quanto è un olio igienizzante, e poi l'ho travasato nel contenitore del sapone liquido.
Che ve lo dico a fare, è veramente ottimo, tra il profumo del sapone di una volta, l'acqua di rose e il tea tree, e le mani rimangono veramente morbide.
Peccato che non si possano trasmettere gli odori!
 

sabato 13 ottobre 2012

SAPONE CON LA LISCIVA

Non riesco a capire cosa sia sucesso ma si sono cancellati i post relativi a "Scuola di sapone" per cui ripubblico
RICETTE
Bisogna dire, come premessa, che il sapone ottenuto con la lisciva non è come quello ottenuto con la soda caustica. Infatti mentre il sapone con la soda caustica è un sapone subito duro, quello con la lisciva prevalentemente è un sapone molle e, quello ottenuto con le ricette per il sapone duro, avrà bisogno di una lunga stagionatura per raggiungere un livello di durezza apprezzabile.
Una curiosità: il sapone fatto in luna crescente riesce meglio di quello fatto con la luna calante. (Questa affermazione è fatta da persone che hanno fatto moltissime esperienze nel campo, ed è esatta anche per me, date le mie sperimentazioni

Ora vi illustrerò come procedere alla preparazione del sapone duro con -->la  ricetta  frutto di esperimenti fatti da Maria in un commento sul sito Flag of the planet Earth.
La prima operazione da fare per ottenere un sapone duro è quella di fare in modo che la lisciva sia abbastanza satura cioè ancora di più dei nostri esperimenti con la patata. Quindi si pone la lisciva satura sul fuoco, sempre molto basso,  e si lascia bollire fino a quando nella lisciva si creeranno dei piccoli zampilli di liquido (nei miei esperimenti, dopo aver ottenuto che la patata venisse a galla, ho fatto bollire ancora per una mezz’oretta e si è verificata la creazione degli zampilli). Questa operazione permette di separare i sali dalla potassa. A questo punto la lisciva è effettivamente satura e pronta per la saponificazione.
Le dosi sono:
una parte di lisciva e
una parte di olio (possibilmente oliva)

La lisciva satura ottenuta precedentemente si versa in un recipiente (evitando di versare anche i Sali depositati sul fondo) e si unisce l’olio. Si pone su fuoco basso e si gira. Ad un certo punto il composto ottenuto diventa schiumoso e raddoppia il suo volume, quindi si trasforma in una crema. A questo punto il sapone è pronto. Si spegne il fuoco  e si versa in uno stampo e si pone al caldo. Se dovesse esserci un poco di olio che sembra che non si sia amalgamato, non è importante, basta provare ad eliminarlo. Si lascia raffreddare e stagionare. Questo sapone è molto delicato sulla pelle. Il suo aspetto migliora dopo due mesi, ma la consistenza è, dopo una giornata, già dura. 
Questo è il frutto del mio esperimento, veramente riuscito, fatto per la preparazione del corso di sapone.

venerdì 14 settembre 2012

Preparazione della lisciva

In questi ultimi tempi ho visto che il blog è stato molto seguito e ringrazio vivamente tutte le persone che si sono interessate a quanto da me scritto.
Ho deciso quindi di incominciare a scrivere qualcosa per poter permettere a qualche lettore interessato di capire come si prepara il sapone con la cenere.
Parto come primo argomento di come preparare la lisciva, cioè il liquido giallo e trasparente che si ottiene con la cenere.
E' necessario, anzi direi indispensabile, usare i guanti in questa operazione, perchè la cenere è molto basica e può essere fastidiosa sulle mani.
Molto semplicemente si può porre un vaso da fiori vuoto (pulito si intende) sopra una pentola, si fodera il vaso con un panno bianco a trama leggermente larga (una federa vecchia), poi si mette nella federa la cenere precedentemente setacciata (deve essere come una cipria). Si versa poi al centro l’acqua calda (meglio calda perché così si rilasciano i sali potassici della cenere) lentamente, nella misura 1 a 5, cioè una parte di cenere e cinque parti di acqua . Si lascia filtrare il tutto, poi si spreme per ottenere ancora più lisciva. In genere da queste proporzioni si ottengono circa 2 litri abbondanti di lisciva. Un altro sistema per preparare la lisciva è quello di porre la cenere filtrata in un secchio, e di ricoprirla di acqua fino a due dita sopra il livello. Si lascia decantare e poi si versa nel contenitore, facendo attenzione che sia ben limpida, cioè che non abbia più residui di cenere. Dopo aver ottenuto la lisciva (qualsiasi modo si sia usato) bisogna verificare che sia satura sufficientemente per procedere alla preparazione del sapone.


 
Per verificare un certo grado di saturazione della lisciva, saturazione necessaria per la buona riuscita del sapone, si pone in essa un pezzo di patata. Se la patata viene a galla, vuol dire che la lisciva è pronta per essere utilizzata. Altrimenti si fa bollire. Nei miei esperimenti, per poter ottenere una lisciva sufficientemente satura, è stato necessario bollirla, a fuoco molto basso, per circa 2 ore.

 
Ora si può procedere alla preparazione del sapone.

 

venerdì 6 luglio 2012

sapone con la cenere

Ok, domenica a Roma ho insegnato a fare il sapone con la cenere. Questa volta non ero tanto emozionata, e poi gli allievi erano tutti giovanissimi, interessatissimi all'argomento, e quindi si può dire che quasi pendevano dalle mie labbra. Mi ero preparata con cura, era quasi un mese che a casa ero sommersa dalla cenere (quasi una cenerentola), che per fortuna avevo a disposizione dal camino e dalla stufa della presidente. Avevo sperimentato tante ricette, e poi riprovato per essere veramente pronta ad insegnarle. La cosa bellissima di questa esperienza è che ho conosciuto persone che mi hanno aiutato con entusiasmo, ma le mie conoscenze sono solo telematiche. Una persona è un signore anziano di Ceglie, che mi ha lasciato la ricetta che usavano i suoi antenati, in quanto Ceglie era importantissimo centro commerciale per il sapone con esportazione nei paesi vicini. Questo perchè la Puglia è una regione con una grande produzione di olio. Poi ho conosciuto Adriano del sito falg of the planet earth, che mi ha dato parecchi suggerimenti utilissimi. Quinqi ero pronta a trasmettere la mia conoscenza. Siamo partiti con la spiegazione di come si fa la lisciva, e lo abbiamo materialmente fato, con il mio metodo, con il quale si sporca quasi niente ed è praticissimo. Poi abbiamo fatto insieme prima il sapone duro di Ceglie, poi quello duro di Maria del sito di Adriano. Tutte e due i saponi sono riusciti benissimo. A questo punto è finita la mattinata e abbiamo pranzato con un pranzo autogestito, cioè ognuno di noi ha portato qualcosa. Che ve lo dico a fare, c'era una quantità enorme di cibo e tutto buonissimo, tutto vegetariano, con qualche cosa vegana. Ottimo!
Abbiamo poi ripreso con la spiegazione dei detersivi e detergenti naturali, e quindi dopo le ultime domande per chiarimenti vari la lezzione è finita.
Il complimento più mi è venuto da un partecipante che mi ha detto che avevo nelle mie mani qualcosa di prezioso, e cioè un'arte antica e che era bello che la tramettessi ad altri. Lo stesso complimento mi è arrivato via mail da Adriano: io lo avevo ringraziato sentitamente per la sua collaborazione, e lui mi ha risposto ringraziandomi a sua volta per aver trasmesso un'arte antica. Sono veramente felice.

giovedì 28 giugno 2012

scuola di sapone

Rieccomi nuovamento dopo tanto tempo. Ho avuto tantissimo da fare, ed una cosa bellissima che abbiamo fatto con l'associazione è stata la scuola di saponificazione. Il corso si è tenuto in un casolare il 5 maggio, ed i partecipanti erano 21 persone, quasi tutti giovani, pieni di curiosità ed entusiasmo.
Ero parecchio emozionata, perchè per me è stata la prima esperienza di insegnante. E devo dire che me la sono cavata egregiamente. Per l'occasione ho preparato un opuscolo, in cui ho per prima cosa illustrato il sapone e la sua storia, e in seconda battuta, ho inserito parecchie ricette, sia per fare il sapone, che per fare i detersivi, le saponette e il sapone liquido. Tutte le ricette, prese da vari libri e da siti internet, erano state speerimentate, ed io le avevo personalizzate.
Avevamo a disposizione un fornello a gas, ed io avevo portato le mie pentole in uso solo per fare il sapone, il frullatore e tutti gli attrezzi. Per il materiale vero e proprio non mi mancava assolutamente niente, avevo praticamente tutto il necessario se non di più.
Ho insegnato a fare il sapone di marsiglia, con tutte le indicazione relative ai grassi da usare e la spiegazione di come si trasformano in tensioattivi l'unione degli ingredienti. Abbiamo fatto insieme il sapone di marsiglia ed il sapone con una ricetta a noi insegnata da una contadina di Canale Monterano. Quindi abbiamo fatto insieme le saponette, e il sapone liquido per la lana. Io e Mara abbiamo poi spiegato le altre ricette, il tempo è sempre tiranno.
Tutto condito con un buon pranzo vegetariano-vegano, preparato sempre da noi (ragazzi che lavorone!!!!!!!!!!!!) con pane fatto con lievito madre e qualche ricetta con l'uso degli scarti (era tempo di carciofi). Che vi devo dire, un successone!
Dato il grande successo, sono state richieste altre lezioni e quindi a Settembre lo rifaremo sia qui nella mia zona, che a Canale Monterano.
Domenica prossima siamo stati invitati a Roma, per fare la scuola di sapone fatto con la lisciva. La preparazione è stata più laboriosa, perchè il sapone fatto con la cenere si ottiene con una procedura lunghissima, ed inoltre, per essere persone serie, per insegnare bisogna essere preparati adeguatamente.
E qui devo ringraziare Adriano del sito Flag of the planet earth, che mi ha aiutato tantissimo con i suoi suggerimenti, essendo lui molto più esperto di me in materia. Racconterò quindi, a cosa avvenuta, come è andata e pubblicherò le foto

lunedì 9 aprile 2012

COLOMBA SPECIALE PER ALLERGICI AL LATTE E ALLE UOVA

Come a Natale, ho pensato bene di preparare per mia nipote una colomba speciale, pensando di fare cosa gradita, anche perché mi sembrava brutto che tutti i bambini possano assaggiare la colomba e lei potesse averne voglia e sentirsi quasi menomata per non poterla mangiare. Mi sono un poco impazzita, sui siti vegani e alla fine ho trasformato un pane alle pere e alle mele, trasformandolo in una bellissima colomba. E devo dire anche buona, perché l’ho assaggiata. Ma come dice Monica, la mamma di Alice, nel blog Mi mangio l’allergia, è una ipotesi che fa qualche adulto nel pensare che le persone allergiche possano essere frustrate non potendo nè mangiare nè assaggiare cose che gli altri mangiano. E così lì per lì sono rimasta un po’ male nel vedere che non è stata accettata, e che anzi mio figlio e mia nuora mi hanno chiesto cortesemente di non disturbarmi per le prossime festività perché il panettone a Natale è andato nel secchio, ed ora la colomba l’hanno lasciata a casa mia. Ha ragione Monica  non mi devo preoccupare assolutamente di accontentare presunte frustrazioni, perché la mia adorata nipote  non ha questi problemi, ed io ne sono contenta.


Comunque ecco la ricetta della colomba inventata da me, si presenta benissimo ed è veramente buona, ottima per colazione.

Ingredienti:

300 gr. di biga
600 gr. di farina di grano tenero
300 gr. di acqua
1 cucchiaino di sale
3 cucchiai di olio
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 pera e 1 mela
2 cucchiai di uvetta
3 cucchiai di zucchero
Malto d’orzo per spennellare
Zucchero a granella per decorare


Ho lavato e fatto a pezzetti sia la pera che la mela, quindi ho aggiunto un po’ di farina, l’uvetta e la cannella.
Ho aggiunto alla biga l’acqua tiepida, il miele, metà della farina , l’olio e la frutta. Ho impastato ed ho aggiunto la restante farina fina ad ottenere un composto morbido ed elastico. Ho posizionato il composto nello stampo della colomba e l’ho fatto lievitare fino a che ha raggiunto quasi il bordo dello stampo. Ho quindi infornato a 220° per 5 minuti, poi ho ridotto la temperatura a 180° ed ho ultimato la cottura per circa mezz’ora.
Fuori dal forno, a colomba quasi fredda. Ho spennellato con il malto d’orzo ed ho cosparso di granella di zucchero. Devo dire la verità è molto buona, forse ci vorrebbe un altro cucchiaio di zucchero.