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martedì 13 dicembre 2011

CONSIGLI UTILI

Sempre dal sito "svelenati" mi piace riportare qui 10 buoni consigli per ridurre l'esposizione alle sostanze chimiche dannose:


1) E' cosa buona comprare prodotti biologici
2) Bisogna lavare e sbucciare la frutta e la veerdura, prima di mangiarla
3) Non usare pesticidi in casa o in giardino, esistono prodotti biologici
4) Evitare cibi in scatola: è meglio usare prodotti freschi o surgelati
5) Evitare cibi avvolti nella pellicola aderente di PVC
6) Per i neeonati, è bene usare biberon non policarbonati nel caso di allattamento artificiali
7) Aprire le finestre, e non usare i diffusori di fragranze
8) In Europa, comprare prodotti con marchio EU
9) Comprare saponi, shampoo e cosmetici profumati con essenze naturali
10) Usare smalti a baso contenuto di sostanze chimiche-organiche volatili, oppure smalti ad acqua.

TORTA SALATA CON FONDI DI BROCCOLI


Riprendo il post di prima, sempre con riferimento alla settimana europea della riduzione dei rifiuti, e precisamente per la parte relativa all'uso degli scarti di cucina.


Per mio conto era già dallo scorso anno che facevo degli esperimmenti per utilizzare tutti gli scarti di cucina possibilmente edibili, ma in questa occasione ho incrementato gli esperimenti, per rendere pubbliche le mie ricette.

Ed ecco che  ho usato nuovamente uno scarto e più precisamente il fondo di un cavolo e di un broccolo.
Veramente non sapero che farci, a parte il mio tortino dello scorso anno. Volevo fare una cosa nuova ed allora ho pensato a questa ricetta.

Ingredienti:

scarto di un broccolo e di un cavolo
800 gr. di patate
besciamella
parmigiano
prosciutto cotto
pan grattato
sale, pepe e prezzemolo.


Ho cotto i fondi e poi li ho frullati
Ho lessato le patate e le ho schiacciate
ho preparato la besciamella, ma ne ho fatta una vegana e cioè con olio al posto del burro, e latte di soia al posto del latte.

Ho cominciato poi ad assemblare il tutto: ho unito il prezzemolo, un poco di sale, un poco di pepe e un cucchiaio di olio, circa la metà della besciamella e quindi ho fatto uno strato sul fondo; ho steso sullo strato il prosciutto cotto, poi ho ricominciato con i fondi frullati uniti ad altra besciamella, salati e pepati; quindi ho messo tutta la besciamella avanzata, una spolverata di parmigiano e una spolverata di pan grattato, ed ecco qui la mia nuova specialità.

Sostanze tossiche chimiche e settimana europea per la riduzione dei rifiuti

Nell’ambiente che ci circonda ci sono almeno 4milioni di sostanze chimiche (ho detto 4.000.000 con il numero si capisce meglio) e questo numero tende ad aumentare di ¼ di milione all’anno.




Sin dagli anni ’80 sono stati prodotte oltre 400 milioni di libbre di tossine all’anno.


Comunque per spiegare meglio i veleni che ci circondano, ho tratto un sunto dal sito “svelenati”.


Attualmente siamo circondati da sostanze tossiche che inquinano l’aria, l’acqua, e che noi tranquillamente ingoiamo, sia nei cibi direttamente, che attraverso dentifrici, colluttori, detergenti per i piatti, ecc.


La parola tossico vuol dire velenoso, quindi capace di distruggere la vita.


Anche le persone piu’ inesperte cercano di evitare i pesticidi ma pochi sanno che i pesticidi si trovano anche nei saponi domestici.


Certo le industrie e i governi hanno fatto di tutto e ci hanno convinto che le sostanze chimiche sono sia desiderabili che necessarie, e per questo hanno aggiunto sia coloranti che aromi prodotti chimicamente, per rendere i prodotti piu’ desiderabili.


Ed e’ stato cosi’ per esempio con l’introduzione del fluoruro per la prevenzione delle carie dentarie, mentre la stessa sostanza fu usata per la preparazione di bombe atomiche durante la seconda guerra mondiale. I danni procurati dalla stessa sono stati evidenti, in quanto le vegetazioni nelle zone vicino alle fabbriche hanno incominciato ad avvizzire, gli animali si sono ammalati, e sono nati bambini deformi con evidenti danni al sistema nervoso centrale.


E cosi’ tutti i dentifrici in commercio contengono fluoruro, e se per gli adulti si puo’ ovviare al problema evitando di ingerire il prodotto, i bambini piccoli sono attratti dal sapore e dagli aromi, anche se questi ultimi sono creati artificiosamente.


Ora negli ultimi decenni sono sopravvenute nuove malattie, come la sensibilita’ chimica multipla (MCS) conosciuta con il nome di malattia ambientale, che interessa il 15% della popolazione mondiale.


E cosi’ ci sono diverse reazioni allergiche che sono i campanelli di allarme del nostro organismo.


Infatti, una reazione allergica non e’ nient’altro che una risposta dell’organismo per espellere le proteine estranee che s’insidiano nella articolazioni e nei tessuti, irritando le cellule, disgregando le funzioni metaboliche e creando ancora piu’ sostanze di scarto.


Ed inoltre le sostanze chimiche sono anche direttamente responsabili dell’aumento di menomazioni prenatali, difficolta’ di attenzione e di apprendimento, asma, disturbi digestivi, malattie della pelle, mancanza di controllo motorio, cancro e sclerosi multipla. Tutti questi disturbi sono stati correlati alle sostanze chimiche tossiche.


E mentre prima sulle etichette era evidente il segnale di pericolosita’ con il simbolo del teschio e delle ossa incrociate, per indicare una sostanza velenosa, ora ci sono degli avvertimenti generici, come “non ingoiare””usare vicino a finestre aperte” “non inalare” “in caso di intossicazione rivolgersi subito al medico”.


Ma anche se noi non ingeriamo direttamente la sostanza, essa s’introduce ugualmente nel nostro corpo perche’ il prodotto chimico puo’ essere assorbito dalla nostra pelle o inalato.


Infatti:


• Pulire con detergenti vaporizzati in ambiente chiuso, come un forno, o una vasca da bagno o doccia, anche se usati con la finestra aperta, s’inalano ugualmente.


• Mangiare in piatti lavati con detersivi significa assumere sostanze chimiche


• Prendere in mano uno straccio impregnato di detersivo, significa assorbire sostanze chimiche attraverso la pelle


• Lavare gli indumenti con detersivi ugualmente significa assorbire sostanze chimiche attraverso la pelle


I pesticidi come diserbanti, spray antipulci o antiscarafaggi, veleni per topi e sostanze chimiche usate in piscina sono ufficialmente classificati come pesticidi. Le stesse sostanze sono catalogate come germicidi e antibatterici, e cosi’ le troviamo in detersivi da bucato, per cucina, per bagno e nelle normalissime saponette.


La parola “biodegradabile” indica una sostanza chimica che si degrada nell’ambiente, ma in effetti perde i suoi effetti chimici nel giro di alcuni decenni.


Cosi’ l’indicazione “biodegradabile” “amico dell’ambiente” e’ solo una manovra pubblicitaria.


Esistono delle norme ben precise relativamente all’etichettatura dei prodotti, cioe’ ogni prodotto deve contenere l’indicazione degli ingredienti che lo compongono, ma i test di sicurezza sono facoltativi e ogni industria , specialmente quelle relative alla cura della persona, puo’ decidere in che modo possono essere eseguiti i test.


Spesso i prodotti che contengono minori informazioni sono i piu’ nocivi.


I peggiori sono gli ammorbidenti per i tessuti, l’appretto spray e i prodotti per lucidare i mobili.


Poi il termine fragranza e’ puramente generico perche’ comunque e’ prodotta chimicamente, e puo’ essere costituita fino a 200 elementi singoli, tutti allergizzanti in diversa natura.


E comunque la parola “ipoallergenico” non significa che il prodotto non puo’ procurare allergie, significa solo che e’ meno probabile che possa procurarle, ma potrebbe comunque farlo.


Per questa ragione con la nostra associazione culturale siamo sempre a propagandare la possibilita’ di produrre in proprio i detersivi e i detergenti naturali, con prodotti non allergenici e non chimici.


E cosi’, come lo scorso anno, abbiamo approfittato della riedizione della “Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti” ed abbiamo fatto un nuovo incontro con i cittadini, questa volta sia a Cerveteri che a Canale Monterano, con l’intento di sensibilizzare ancora di piu’le persone per acquisti piu’ consapevoli e per l’uso di prodotti naturali, per una vita piu’ sana e salutare.


A Cerveteri, con l’ausilio del nostro concittadino farmacista, abbiamo illustrato anche a saponificazione dal punto di vista chimico, con tanto di formule, per far capire che la soda caustica, al momento del legame con l’olio, o con qualsiasi altro elemento grasso, perde il suo effetto negativo.


Alla fine dell’incontro avevamo portato tanti campioni di detersivi da noi prodotti (sapone liquido per le mani, per lavatrice, detergente per la lana, saponette per il corpo, lisciva, cenere bagnata da usare per i sanitari e per il forno, crema per sanitari, spray per vetri, ecc.) ma il nostro caro dottore ci ha stupito portando addirittura una torta di sapone, che poi ha tagliato e distribuito a tutti i partecipanti.


Un successo enorme, e’ da crederlo.


Continuiamo comunque con i nostri esperimenti e con la sensibilizzazione delle persone.
















domenica 30 ottobre 2011

Nuova ricette del riuso degli scarti




Oggi ho voluto riprovare ad usare i baccelli di fagioli ed ho ricomprato nuovamente un kilo di fagioli freschi. Certo questi sono gli ultimi della stagione, li ho trovati nel negozio oreficeria qui a Cerveteri che produce e vende prodotti biologici, a prezzi quasi impossibili.


Ho attuato la procedura che avevo fatto l’altro giorno, quindi ho separato i fagioli che ho cotto normalmente con cipolla, sedano e carote.


I baccelli (circa 600 grammi) li ho messi in pentola a pressione con un bicchiere di acqua e li ho fatti cuocere 20 minuti dopo il fischio


Ho svuotato la pentola e nella stessa ho fatto rosolare uno spicchio di aglio e una cipolla affettata finemente, quindi ho fatto insaporire i baccelli. Poi ho frullato il tutto, quindi ho passato al setaccio ed è venuta la solita cremina. A questo punto volevo fare una ricetta diversa, per cui ho pensato di fare un hummus ai fagioli.


Alla cremina ho aggiunto la spremuta di un limone e mezzo,mezzo spicchio di aglio,  sale, 3 cucchiai di olio, peperoncino, prezzemolo e paprika dolce, un pochino di cumino. Ho servito l’hummus come antipasto a pranzo ai mie amici, con fette di pane tostato.


E’ venuto buonissimo, ed è piaciuto persino a Nando che veramente non adora provare cose nuove, ed al mio vicino. Peccato che non sia molto brava come fotografa, comunque ecco il mio hummus, il contenitore quasi vuoto, tra un po’ si può fare la scarpetta.
Queste ricette saranno illustrate nella settimana della riduzione dei rifiuti nel corso del progetto presentato dalla nostra associazione.



venerdì 28 ottobre 2011

PREPARAZIONE PER LA SETTIMANA DEI RIFIUTI


Recupero baccelli di fagioli



Ho comprato ieri 950  gr. di fagioli biologici ed ho voluto provare a non buttare niente. Ho lavato benissimo i fagioli prima di procede all’operazione.


Ho sgranato i fagioli e ne ho ottenuto circa 480 grammi







Ho pesato quindi i baccelli: erano 520 grammi



Ho cotto i fagioli sgranati come al solito con mezza cipolla, 2 carotine e una foglia di sedano, un poco di acqua.

Per i baccelli ho eliminato le punte, e qualche piccola parte non troppo buona. Comunque lo scarto è stato irrisorio:


Ho messo  a cuocere i baccelli con mezza cipolla grossa, dentro una pentola a pressione con mezzo bicchiere di acqua per 20 minuti dal fischio. Ho scolato i baccelli, e  ho fatto soffriggere uno spicchio di aglio e un rametto di rosmarino e ho buttato dentro i baccelli cotti. Poi ho frullato il tutto ed ho passato al setaccio, e questo è lo scarto:


E’ venuta una crema densissima e molto buona.


Ho cotto la pasta e fagioli e ne ho inserito dentro 3 cucchiai.

Con la restante crema oggi ho preparato alcune polpette, mischiandola con 3 cucchiai di pecorino, 5 cucchiai di pangrattato, un uovo, una grattatina di noce moscata, un poco di aglio, prezzemolo, e un poco di pepe, sale.

Oggi non ho fritto, ho messo in forno ed ecco le mie polpette:


Certo sono buonissime, confermato dalla mia assaggiatrice ufficiale e piaciuttissime anche alla sua piccola di 10 anni.
Sono andata a verificare le proprietà nutritive del baccello di fagiolo e così ho scoperto che è una parte preziosa perché contiene fibre ricchissime di cellulosa, pectine e flavonoidi che rallentano l'assorbimento degli zuccheri.
Insisto nel dire che è importante utilizzare comunque fagioli coltivati biologicamente, per evitare l'assunzione di pesticidi.
Con l'utilizzo delle parti di scarto degli alimenti, certo quelli commestibili, si riduce moltissimo, come dimostrato, la produzione di rifiuti, quindi oltre a fare bene al nostro fisico, alle nostre tasche, fa bene anche all'ambiente.

domenica 23 ottobre 2011

UN ALTRO ESPERIMENTO


Oggi ho cucinato una torta di mele perché la volevo portare da Mara, usando 5 mele, poi ho fatto le mele cotte per Nando usando altre 7 mele. Avevo una montagna di bucce, e mi pareva brutto buttarle, per quanto io faccia il compostaggio.

Ho deciso allora di usarle per cucinare qualche altra cosa. Una piccola parte le ho caramellate, e le ho messe a decorazione della torta,

un’altra parte le ho frullate per usarle in qualche maniera.



Quindi penso di aver usato le bucce di circa 11 mele. Ho unito  solo 3 cucchiai di zucchero di canna, un cucchiaino scarso di cannella, la metà di una bustina di lievito e 5 cucchiai di farina belli colmi. Ho mischiato il tutto ed ho fritto: sono venute delle polpettine di mele buonissime, un po’ pesanti per me e Nando, per cui le farò assaggiare al vicinato, e mi sono riproposta per la prossima volta di cuocerle al forno per renderle più leggere.




Questa buona ricetta va bene anche per gli allergici al latte e alle uova e, usando eventualmente farina alternativa, per i celiaci. Le abbiamo assaggiate sono suisite.

martedì 20 settembre 2011

Il testosterone e l'andropausa

Il testosterone è un ormone fondamentale sia nella donna che nell'uomo.
Nella donna è un prodotto di sintesi degli estrogeni, mentre nell'uomo è un ormone prodotto principalmente nei testicoli e serve per lo sviluppo degli organi sessuali e di tutti i caratteri sessuali secondari, come la barba, la distribuzione dei peli, il timbro della voce e la muscolatura.

Dopo i 50 anni nell'uomo la diminuzione della produzione di tale ormone determina l'andropausa.

Questo stato, a differenza della menopausa femminile, non corrisponde ad un'incapacità di procreare. ma è caratterizzata da tanti piccoli e grandi disturbi silenziosi: maggiore affaticamento muscolare, ribasso dell'attività sessuale e della libido, con erezione raggiunta più tardi, e immediata detumescenza dopo l'orgasmo, deficit erettile, ripresa più lenta da malattie e stress, e, naturalmente, anche l'osteoporosi.

Tutti questi sintomi sono la conseguenza della diminuita produzione di testosterone.

I valori normali variano dai 5 ai 7 milligrammi, fino ai 50 anni, dopo diminuiscono dell'1% ogni anno.

Tutto questo in situazioni normali, ma può variare negativamente da causa del fumo, dello stress, per l'ipertensione, l'ipercolesterolemia, una dieta inadeguata, la mancanza di esercizio fisico e certamente il diabete.

venerdì 19 agosto 2011

Rientro

Ok tra il fare la nonna a Roma, poi in Inghilterra, poi l'impegno preso per il referendum, ora i nipoti inglesi qui da me, certo non sono riuscita a postare nessun articolo. Spero di recuperare al più presto. Ho già qualche idea pronta da inserire.

venerdì 13 maggio 2011

Linfociti traditori

I linfociti traditori aiutano il tumore del pancreas



Dai laboratori milanesi del San Raffaele una nuova luce sull’interazione tra tumore del pancreas e l’ambiente circostante


È un gruppo di cellule del sistema immunitario a dare il via libera alla crescita e alla diffusione del tumore del pancreas: invece di difendere l’organismo, si alleano con la malattia e la alimentano.






Come spiegano i ricercatori coordinati da Maria Pia Protti del gruppo di Immunologia dei tumori dell’Istituto San Raffaele di Milano, per riuscire a convincere le nostre difese naturali a “tradire” l’organismo, le cellule tumorali dialogano a ritmo serrato con il microambiente che le circonda.


Questo è un articolo di AIRC


Un dialogo che si svolge a livello molecolare e che viene descritto in dettaglio dai ricercatori sul Journal of Experimental Medicine. In genere i linfociti T producono speciali proteine “d’attacco”, chiamate citochine, capaci di combattere il tumore. Quando vengono reclutati dalla malattia, i linfociti T “corrotti” cominciano a produrre citochine diverse che anziché bloccarla, ne favoriscono la crescita.






I ricercatori milanesi sono riusciti a identificare le molecole coinvolte in questo complesso meccanismo: un passo importante per lo sviluppo di nuove terapie contro un tumore che ancora oggi è molto aggressivo e difficile da curare.






“Per alcune di queste molecole sono già disponibili anticorpi capaci di bloccarne l’attività” spiega Lucia De Monte, autrice del lavoro. Protti sottolinea anche un altro importante risultato ottenuto dalla ricerca: “Abbiamo osservato, in una casistica di pazienti sottoposti a intervento chirurgico, che esiste una correlazione tra quantità di linfociti deviati, presenti nel tumore, e prognosi della malattia”.









lunedì 2 maggio 2011

Sensibilità al glutine

Sunto di quanto scritto da Maiapaola Salmi su Repubblica del 26 Aprile.

La celiachia è un'intolleranza permanente al glutine. la prova dell'esistenza dell'intolleranza si ha facendo test sierologici e/o biopsia intestinale con prelievo dei tessuti per verificare l'atrofia dei villi intestinali (conseguenza del problema).

Però sebbene alcuni presentino i sintomi dell'intolleranza (dolori addominali, emicrania, mente annebbiata, diarrea, formicolio o perdita di sensibilità agli arti) il problema non si evidenzia con le analisi.

Allora è stato fatto in alcuni pazienti una sorta di test di scatenamento con il glutine per verificare il nesso causa-effetto.

Comunque - dice sempre Catassi - la dieta senza glutine è la migliore strada percorribile facendo stare comunque meglio anche i pazienti solo sensibili al glutine.

Se i sintomi vanno via e ritornano introducendo nuovamente il glutine, è la prova della sensibilità.

Comunque molti pazienti, pur non essendo né celiaci né sensibili, si autoprescrivono una dieta aglutinata convincendosi di essere malati.

Entra in gioco così l'effetto nocebo, cioè una reazione indesiderata e patologica ad una sostanza : cioè se si è convinti di avere un problema con il glutine, alla fine appaiono i disturbi.

La soia

Questo è un sunto di quanto scritto da Luca Granello su Repubblica del 10 Aprile.

La soia, quel piccolo seme che il mondo odia e incensa.

Gli orientali la adorano e la utilizzano in gran parte nella loro alimentazione, è usata nel mondo molto per l'alimentazione animale mentre in Italia non è molto considerato.

E' stata coltivata per la prima volta in Cina, poi in Giappone, poi si è iniziata ad usare in America ed infine in Europa solo dal '700.

Solo all'inizio del '900 è stata usata da erboristi e cucinieri.

E' comunque l'alimento più contaminato di OGM nel pianeta, fin dal 1995 quando la Monsanto la lanciò sul mercato modificata con l'inserimento di un batterio che la rende resistente ad erbicidi.

Poiché però le infestanti stanno diventando sempre meno sensibili ai defoglianti, viene consigliato agli agricoltori di miscelare il glifosfato (defogliante) con l'acido 2,4 (diclorofenossiacetilico) che in Scandinavia è considerato un cancerogeno potente.

L'Europa, comunque, importa la maggior parte della soia OGM dal Sudamerica, in quanto la normativa è vaga al riguardo.

Poiché però stanno crescendo i movimenti contrari agli OGM, cresce la consapevolezza e quindi la percentuale di soia coltivata biologicamente anche perché il prodotto è attualmente usato sia dai celiaci che dagli intolleranti - allergici ai latticini e derivati.

Infatti dalla soia si può ottenere il latte macerandola e cuocendo in acqua i semi, si ottiene la lecitina ricavata dai semi e il tuorlo d'uovo (riduce il colesterolo cattivo), si ottiene la salsa cuocendo a vapore il grano tostato a secco, si ottiene la farina adatta per i celiaci, il tofu coagulando il latte di soia con cloruro di calcio o magnesio.

Ci sono tantissime ricette con cui si usa questo meraviglioso baccello.

domenica 17 aprile 2011

Plutarco vegetariano

Scritto da Maria Torelli Cibo, Spiritualità e salute su Ecoblog



Plutarco l’animalista

Nelle opere dell’autore greco un modernissimo rispetto per la vita animale

Plutarco di Cheronea, vissuto fra il I e il II secolo dell’era moderna, fu uno scrittore prolifico e un sacerdote del tempio di Apollo a Delfi. Oltre alle celebri coppie di Vite Parallele (Bioi Paralleloi), della sua produzione ci sono giunti moltissimi brevi saggi di argomento vario, noti in blocco con il titolo latino di Moralia (Opere morali). In diversi di questi, Plutarco ci motiva la sua avversione alla dieta carnea, al maltrattamento degli animali e la sua convinzione che la specie umana non sia affatto la più importante ed intelligente. In definitiva, una voce contrastante con quelle che della vita animale, ma anche di quella degli schiavi e dei prigionieri di guerra, facevano solo una voce in bilancio. Celebre è infatti il commento negativo dell’autore nella vita di Catone il Censore, il quale, nel suo De agri cultura, suggeriva di liberarsi di schiavi e animali vecchi o malati.


Due brevi trattati vertono specificamente sul l’uso di mangiare carne, ovvero De esu carnium I e II. Il primo prende spunto dalla nota interdizione di Pitagora nei confronti della dieta carnea, e si apre con una vivida descrizione della macellazione degli animali: l’autore, disgustato, si chiede perché cercare nutrimento in un atto tanto crudele e cruento. Passa poi ad esaminare un’altra obiezione comune dei carnivori, cioè che i primi uomini mangiavano la carne perché non avevano altra fonte di sostentamento, e puntualizza che, comunque fosse in passato, adesso lo spargimento di sangue è inutile perché è possibile nutrirsi in modo altrettanto gustoso e salutare con un regime vegetariano (Molto moderno, se si pensa a quanti obiettano alla dieta vegetariana affermando che “l’uomo mangia carne dalla preistoria”). Non è giusto, continua Plutarco, privare della vita e della luce del sole creature che la Natura ha creato piene di bellezza per un mero atto di golosità. Gli antichi avevano già capito che l’uomo non è “costruito” per essere carnivoro, i suoi denti e il suo apparato digerente lo dimostrano: se qualcuno pensa di essere costituzionalmente fatto per nutrirsi di altri animali, che li uccida egli stesso a mani nude, mangiando la carne cruda come i leoni e i lupi, polemizza l’autore.



La dieta carnea non è solo dannosa per l’organismo umano, ma abbrutisce anche gli animi, secondo Plutarco, rendendo gli uomini ottusi e tardi. Inoltre, colui che si dimostri generoso e amorevole nei confronti degli altri esseri viventi lo sarà anche nei confronti dei suoi simili.


Il secondo pamphlet sull’argomento si apre con un’aspra critica alle tecniche di macellazione che si praticano per rendere più saporita o morbida la carne: pratiche crudeli e vergognose perché vanno ad aggiungere all’assassinio anche indicibili torture. Gli animali non solo hanno sensi e percezione, ma anche immaginazione ed intelligenza. , sostiene l’autore con il supporto di citazioni da poeti e filosofi della storia greca, soprattutto Empedocle e Pitagora, entrambi vegetariani. Rifacendosi appunto a questi ultimi e alla teoria della trasmigrazione delle anime, egli argomenta che, sebbene questa dottrina non sia stata provata, è sempre meglio astenersi, nel dubbio, dal rischio di uccidere un parente o un amico. Giova notare che, se per buona parte degli occidentali e dei cristiani questo ragionamento è privo di fondamento, è invece assolutamente accettato presso altre culture e religioni.


Sul già citato argomento dell’anima razionale degli animali, asserita anche da un filosofo-naturalista come Teofrasto, Plutarco torna in un altro noto trattato, il dialogo De sollertia animalium (Sull’intelligenza degli animali) in cui critica la teoria degli stoici che le bestie siano solo materia bruta, priva di sentimenti e razionalità, pensiero purtroppo molto condiviso ancora oggi. Eppure i coccodrilli sacri dei templi egizi riconoscono chi si prende cura di loro e molti pesci sono in grado di eludere la pesca con gli ami o di liberarsi di questi se hanno abboccato all’esca. Alcuni pesci che vivono in banchi, come i pesci pappagallo, spiega l’autore, addirittura aiutano i compagni a liberarsi dagli ami in cui sono restati impigliati, dimostrando non solo intelligenza, ma anche una forma di fratellanza e sostegno. Il dialogo continua su questa falsariga, elencando esempi di animali che indicano l’esatta data degli equinozi e dei solstizi, che mettono in atto elaborate tecniche di caccia o amorevoli cure parentali, dimostrando la loro “competenza” in materia di scienza, tecnica e solidarietà.


L’ultimo dei Moralia che citeremo è un altro dialogo, il Grillo, in cui Plutarco immagina che Odisseo, restituita ai compagni la forma umana, chieda a Circe di poter ritrasformare anche gli altri greci (dei barbari, evidentemente, non gli interessava!) che vivevano sotto sembianze animali sull’isola della maga. Circe acconsente a patto che l’eroe chieda prima il permesso agli interessati: restituisce la parola ad uno di questi, Grillo – Gryllos, nome parlante, visto che per i greci il verso del maiale era gry -, perché possa spiegare al re di Itaca le sue ragioni. Ed il maiale parlante stupisce Odisseo rifiutandosi di tornare uomo, dal momento che la condizione umana non è affatto superiore a quella animale, anzi è infelice e innaturale. Gli animali hanno le stesse virtù degli uomini (giustizia, coraggio, moderazione) e le hanno per natura, senza bisogno di impararle o senza fingerle per calcolo, tuttavia sono in grado di apprendere esercizi e acrobazie, e di insegnare cose nuove ai propri figli; non fanno la guerra se non per difendersi e non desiderano ricchezza o potere.


L’opera è chiaramente di intento provocatorio e satirico, ma, almeno in parte, rispecchia il pensiero di Plutarco e di molti altri antichi che consideravano tutta la Natura degna di ammirazione ed amore, e, soprattutto, l’uomo come parte di essa e non come suo signore e padrone.



Capitan Sostenibile






Capitan Sostenibile insegna ai ragazzi dai 7 ai 14 anni a salvare l'ambiente



pubblicato: venerdì 15 aprile 2011 da Marina su Ecoblog


Capitan Sostenibile è un particolare supereroe: è capace di salvare l’ambiente. La storia, rivolta a ragazzi e ragazze dai 7 ai 14 anni, è raccontata in un libro, che si può richiedere gratuitamente e che spiega nel dettaglio come preservare le risorse del nostro Pianeta.


L’dea di pubblicare SOS Pianeta Verde: Capitan Sostenibile e gli ecoconsigli per salvare l’ambiente, è dell’IMQ, l’Istituto Italiano del Marchio di Qualità, le storie sono scritte da Danilo Bonato e illustrate da Felix Petruška. Attraverso le gesta dei due protagonisti, lo scienziato tutto d’un pezzo Professor Theodorus Green e il supereroe pasticcione, Capitan Sostenibile, si spiega ai ragazzi come fare a ridurre PM10, a risparmiare acqua, a non sprecare energia, a non sprecare cibo, a fare acquisti sostenibili, a differenziare i rifiuti.


Il libro sarà distribuito gratuitamente anche all’evento Change Up!Scelgo io che si terrà il 21 e 22 maggio a Milano. per richiedere il libro si può scrivere una mail a sos.pianetaverde@imq.it, telefonare allo 025073281 oppure via fax allo 02 50991550 o a IMQ, via Quintiliano 43, 20138 Milano.




Bugie sul nucleare

Riporto qui quanto ho letto sulle falsità dette a proposito di nucleare, mi scuso non ho preso nota della fonte.


E’ vero che le nuove centrali sono sicure? Falso!




Thu, 31 Mar 2011
Categoria: Le bugie sul nucleare


Questo articolo è il numero 11 di 11 nella serie: Le bugie sul nucleare




Le bugie sul nucleare


Le bugie sul nucleare


Il nucleare offre un contributo energetico insostituibile? Falso!


Il nucleare è in espansione nel mondo? Falso!


Col nucleare ridurremo la dipendenza dal Petrolio? Falso!


Importiamo a caro prezzo il nucleare dalla Francia? Falso!


Col nucleare ridurremo la bolletta? Falso!


La bolletta ci costa troppo perchè non abbiamo il nucleare? Falso!


L’uranio è una risorsa abbondante in natura? Falso!


Le scorie del nucleare non sono un problema? Falso!


L’energia nucleare non provoca emissioni di gas serra e rappresenta la soluzione per contrastare i cambiamenti climatici? Falso!


E’ vero che le nuove centrali sono sicure? Falso!


Gli impianti nucleari sono sempre stati accompagnati da una lunga lista di incidenti, generalmente sottaciuti, essendo la loro gestione piuttosto di tipo militare e, in ogni caso, non certo improntata a principi di trasparenza, come la stessa Corte dei Conti di differenti paesi ha più volte denunciato.






In merito alla sicurezza delle centrali nucleari si è ormai accumulato un certo numero di studi e rapporti che dimostrano come questi impianti siano pericolosi e questo non solo nei casi di gravi incidenti.






Esiste ad esempio un aumento significativo di leucemie infantili e di altre patologie in quelle popolazioni che risiedono nei pressi delle centrali.






Questo è da mettere in relazione al fatto che, anche nelle normali operazioni di funzionamento, le centrali nucleari rilasciano radiazioni. Un aspetto sistematicamente taciuto o, quanto meno, sottostimato .






Addirittura sul disastroso incidente avvenuto nel 1986 all’impianto di Chernobyl (in Ucraina), i dati ufficiali sulla mortalità e sulle patologie connesse all’esposizione alle radiazioni sono stati assai riduttivi e hanno subito forti critiche da parte di studi indipendenti (ad esempio ad opera dell’Accademia di Scienze Russa) oltre che da quelli delle associazioni ambientaliste. Ad esempio Greenpeace nel 2006, avvalendosi del contributo di decine di scienziati e ricercatori, ha prodotto un ricco rapporto teso a comprendere tutte le conseguenze sulla salute dell’incidente di Chernobyl. La stessa Accademia delle Scienze Russa ha dichiarato troppo cauti i così detti studi ufficiali poiché i dati possono variare sensibilmente sulla base dei parametri presi in considerazione.






Anche per i reattori di terza generazione come gli EPR (European Pressurized Reactor), attualmente in costruzione, e che dovrebbero rappresentare quanto di meglio oggi offre la tecnologia nucleare, stanno emergendo gravi problemi di sicurezza come hanno denunciato, il 2 novembre 2009, con una nota congiunta le Autorità per la Sicurezza nucleare di Francia, Inghilterra e Finlandia . Secondo questa nota, il sistema d’emergenza dell’impianto non è indipendente dai normali sistemi di controllo. Questo vorrebbe dire che, nel caso di avaria dei sistemi di controllo, anche il sistema di emergenza andrebbe fuori uso con conseguente perdita del controllo del reattore, un aspetto che potrebbe portare a conseguenze disastrose.






Peraltro per l’impianto di Olkiluoto in Fillandia, l’Autority avrebbe riscontrato oltre 2.000 difformità che avevano spinto a fermare i lavori di costruzione.






Sempre per quanto riguarda gli EPR, occorre aggiungere che questi impianti prevedono l’impiego di un combustibile maggiormente arricchito che comporterà una minore produzione di scorie ma di pericolosità assai maggiore sia per la più elevata presenza dei prodotti di fissione (fortemente radioattivi), sia per le maggiori quantità di calore che queste scorie libereranno e che ne renderà ancora più problematica la gestione.






I fatti dimostrano che il nucleare sicuro non esiste perché parliamo di una tecnologia intrinsecamente pericolosa. Tutti gli interventi che si possono operare (a caro prezzo) per cercare di ridurre i rischi non saranno mai sufficienti a evitarli completamente. La stessa IV generazione nucleare, nell’improbabile ipotesi che un domani sia realizzata (si parla forse tra 30 anni, ma la data viene continuamente spostata in avanti), non sarà affatto esente da rischi.






(il greme denuclearizzato)






«L’energia nucleare non provoca emissioni di gas serra e rappresenta la soluzione per contrastare i cambiamenti climatici? Falso!

lunedì 11 aprile 2011

Radiazioni e decontaminazione

Ho ricevuto questo articolo su fb dal sito "Informare per resistere", è interessantissimo e si legge d'un fiato. Radiazioni e decontaminazione

sabato 2 aprile 2011

Effetti disastrosi del nucleare




Il 26 Aprile 1986 è esploso un reattore della centrale nucleare di Cernobyl, e a tutt'oggi sono evidenti i segni del disastro spaventoso che ha lasciato. Non ci sono parole che possano commentare adeguatamente queste immagini sconfortanti.

giovedì 31 marzo 2011

nucleare

Carlo Rubbia suggerisce a Umberto Veronesi: "Vada...a Fukushima Daiichi"



pubblicato: mercoledì 30 marzo 2011 da Marina sul sito Ecoblog 


Ieri Carlo Rubbia, Nobel per la fisica e sostenitore di nucleare al torio, ha presentato il progetto Icarus il cacciatore di materia oscura, nei laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Infn.


Ebbene, nell’occasione ha anche rivolto un invito a Umberto Veronesi, presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare (attualmente una scatola vuota) e sostenitore del ritorno delle centrali nucleari in Italia:


Suggerirei a Veronesi di fare una visita in Giappone per vedere di persona cosa sta accadendo. E’ importante che la gente capisca l’importanza di quanto è avvenuto a Fukushima Daiichi. E’ un fenomeno che va capito e penso che il modo migliore sia rendersi conto direttamente dell’accaduto. Le notizie che riceviamo dal Giappone sono incomplete. Stiamo vivendo una situazione di incertezza che avrà conseguenze enormi, con persone allontanate dalle loro case e problemi con il cibo. C’è qualcosa che non ha funzionato e mi sembra che questi problemi debbano avere spiegazioni chiare e precise.

 
Il prof. Veronesi ha replicato e ha dichiarato:


Il suggerimento di Rubbia mi fa piacere. Era nei miei programmi una visita a Fukushima per un’ispezione accurata delle centrali assieme a un’equipe di altri esperti. E’ fondamentale capire le cause dell’incidente e valutarne con lucidità le conseguenze in termini di salute delle persone e salvaguardia dell’ambiente. L’incertezza non ci aiuta a prendere le decisioni migliori per il futuro.


Umberto Veronesi è nato nel 1925, ha cioè quasi 86 anni. Non so a quale futuro si riferisca



mercoledì 16 marzo 2011

Cortisone naturale


http://ecogreentips.org/2011/03/16/greentips-consigli-verdi-il-cortisone-naturale/


Un eczema è per definizione una reazione dermica infiammatoria (dermatite) pruriginosa e non contagiosa. Il termine deriva dal greco ἔκζεμα: gonfiarsi. La patologia ha una patogenesi a carattere immunitario-irritativo. (Fonte wikipedia).


GLi eczemi colpiscono almeno il 30% della popolazione e la maggior parte delle infiammazioni da eczema hanno una causa genetica o acquisita e vengono trattate solo topicamente, non essendoci altre cure efficaci. Di solito il medico curante consiglia di applicare delle creme cortisoniche per uso topico. Uno degli effetti del cortisone sull’organismo, potenzialmente dannoso per certi aspetti, è di deprimere il sistema immunitario; ciò spiegherebbe l’evidente correlazione tra uno stress elevato e numerose malattie (Fonte wikipedia). Per questo è fondamentale che il cortisone venga usato solo dopo il consiglio del medico e solo per periodi limitati nel tempo.
Quello che tutti non sanno è che esiste un modo naturale per ottenere effetti simili. Il cardiospermum halicacabum è una pianta della famiglia delle Saponiere (cioè, i suoi frutti, se messi in acqua, producono schiuma) e produce piccoli fiori banchi. I semi, della grossezza dei grani di pepe dal colore marrone scuro, hanno un interno bianco chiamato cardiospermum; l’appellativo halicacabum è iunvece riferito alla forma dei frutti e deriva dal greco e significabarile di sale.
Si è dimostrato che l’estratto della pianta ha un’azione antinfiammatoria, antiallergica e allieva il prurito; riduce i mediatori infiammatori cutanei, inibendo la liberazione di TNF-alfa e di ossido nitrico da parte di macrofagi e di cellule mononucleate umane dopo una stimolazione pro-infiammatoria. L’effetto, come detto, è simile a quello cortisonico, però senza i potenziali effetti collaterali del cortisone.

Gli effetti cortisonici di questa pianta furono scoperti negli anni ’70 del secolo scorso dal dottor Schwabe, in Africa Centrale. Dopo averne studiato gli effetti e le modalità di impego, furono eseguiti 140 studi medici in diversi Paesi (Germania, Austria, Belgio, Spagna e Olanda). I trials coinvolsero 883 persone, di età comprese tra 1 e 91 anni, a cui si applicarono le due preparazioni più comuni a base di cariospermum halicacabum (una normale e una più grassa, contenente lanolina,per le pelli più sensibili). Dopo quattro settimane di studi, i pazienti che si erano sottoposti alla cura mostravano netti segnid i miglioramento e addirittura 4 su 5 erano guariti. Gli ottimi risultati non erano visibili solo a livello topico, ma anche i sintomi più acuti o cronici presentavano una evidente guarigione in più dell’80% dei casi. Gli eccellenti risultati hanno dato il via alla commercializzazione del preparato, con il nome di Halicar.

Le piante ci offrono molto spesso delle valide alternative per curare i sintomi più evidenti di lievi disturbi. E allora perchè non provarci, senza continuare ad avvelenare il nostro corpo (e il nostro Ambiente) con preparazioni di origine chimica?

Un eczema è per definizione una reazione dermica infiammatoria (dermatite) pruriginosa e non contagiosa. Il termine deriva dal greco ἔκζεμα: gonfiarsi. La patologia ha una patogenesi a carattere immunitario-irritativo. (Fonte wikipedia).


 GLi eczemi colpiscono almeno il 30% della popolazione e la maggior parte delle infiammazioni da eczema hanno una causa genetica o acquisita e vengono trattate solo topicamente, non essendoci altre cure efficaci. Di solito il medico curante consiglia di applicare delle creme cortisoniche per uso topico. Uno degli effetti del cortisone sull’organismo, potenzialmente dannoso per certi aspetti, è di deprimere il sistema immunitario; ciò spiegherebbe l’evidente correlazione tra uno stress elevato e numerose malattie (Fonte wikipedia). Per questo è fondamentale che il cortisone venga usato solo dopo il consiglio del medico e solo per periodi limitati nel tempo.

Quello che tutti non sanno è che esiste un modo naturale per ottenere effetti simili. Il cardiospermum halicacabum è una pianta della famiglia delle Saponiere (cioè, i suoi frutti, se messi in acqua, producono schiuma) e produce piccoli fiori banchi. I semi, della grossezza dei grani di pepe dal colore marrone scuro, hanno un interno bianco chiamato cardiospermum; l’appellativo halicacabum è iunvece riferito alla forma dei frutti e deriva dal greco e significabarile di sale.

Si è dimostrato che l’estratto della pianta ha un’azione antinfiammatoria, antiallergica e allieva il prurito; riduce i mediatori infiammatori cutanei, inibendo la liberazione di TNF-alfa e di ossido nitrico da parte di macrofagi e di cellule mononucleate umane dopo una stimolazione pro-infiammatoria. L’effetto, come detto, è simile a quello cortisonico, però senza i potenziali effetti collaterali del cortisone.

Gli effetti cortisonici di questa pianta furono scoperti negli anni ’70 del secolo scorso dal dottor Schwabe, in Africa Centrale. Dopo averne studiato gli effetti e le modalità di impego, furono eseguiti 140 studi medici in diversi Paesi (Germania, Austria, Belgio, Spagna e Olanda). I trials coinvolsero 883 persone, di età comprese tra 1 e 91 anni, a cui si applicarono le due preparazioni più comuni a base di cariospermum halicacabum (una normale e una più grassa, contenente lanolina,per le pelli più sensibili). Dopo quattro settimane di studi, i pazienti che si erano sottoposti alla cura mostravano netti segnid i miglioramento e addirittura 4 su 5 erano guariti. Gli ottimi risultati non erano visibili solo a livello topico, ma anche i sintomi più acuti o cronici presentavano una evidente guarigione in più dell’80% dei casi. Gli eccellenti risultati hanno dato il via alla commercializzazione del preparato, con il nome di Halicar.

Le piante ci offrono molto spesso delle valide alternative per curare i sintomi più evidenti di lievi disturbi. E allora perchè non provarci, senza continuare ad avvelenare il nostro corpo (e il nostro Ambiente) con preparazioni di origine chimica?

Mi dispiace di non essere riuscita ad inserire le foto che illustravano quanto descritto, e mi scuso per la mia ignoranza telematica.



martedì 15 marzo 2011

Bambini vegetariani



Dal sito Promiseland
I bambini vegetariani si ammalano meno degli altri

È vero che per la crescita è indispensabile mangiare carne?

Gli anziani delle generazioni nate negli anni ’20 e ’30, memori dei tempi in cui anche mangiare un uovo era un privilegio, vorrebbero che sul piatto dei propri nipoti ci fosse tutti i giorni una fettina.

I loro figli, cresciuti nell’abbondanza, sono molto più propensi a fare dei distinguo e sono sempre più sospettosi nei confronti della carne, che ormai da tempo viene collocata nella parte più stretta della “piramide alimentare”, quella del minor consumo necessario.

Molti di loro – 7 milioni, pari al 12 per cento dell’intera popolazione – sono vegetariani, cioè non mangiano carne di alcun tipo. Di questi, un decimo è vegano, ovvero non mangia alcun cibo di origine animale, come latte, formaggi e uova.

Le motivazioni alla base della scelta vegetariana sono le più varie. Le principali sono quella etica (è crudele allevare animali in condizioni di estrema sofferenza); quella igienica (astenersi dalla carne riduce il rischio di diverse malattie croniche) e quella ambientale (a parità di calorie, alimentarsi con carne comporta un consumo di risorse naturali molto maggiore). Per alcuni c’è anche la motivazione religiosa.

Per quanto riguarda i bambini, capita di frequente che i genitori vegetariani impongano loro la medesima dieta. Ma uno studio condotto dalla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (Ssnv) ha dimostrato che una dieta alimentare di tipo vegetariano non risulta dannosa per i bambini, purché ben pianificata da pediatri esperti.

Nello studio erano stati coinvolti 95 bambini tra il primo e il secondo anno di vita, nutriti con un regime alimentare esclusivamente vegetariano e, per il 10 per cento di loro, vegano. Tale regime alimentare non era però gestito da un pediatra. Ciò nonostante, tutti i bambini vegetariani osservati presentavano una crescita normale, salvo pochi casi di alterazioni del ferro e della vitamina B12, “in linea comunque col tipo di alimentazione comune in Italia”, secondo il presidente della Ssnv, Leonardo Pinelli, che ha pure aggiunto:

”In precedenti studi, si è visto addirittura che, seguendo un menù vegetariano, i bambini si ammalavano meno all’asilo: i bimbi vegetariani hanno difese immunitarie migliori rispetto agli onnivori, i quali seguono un’alimentazione che favorisce una risposta infiammatoria più forte”.

La conclusione del pediatra è che “anche in età pediatrica, una dieta alimentare di tipo vegetariano non fa male. Dunque è necessario che i pediatri di famiglia non solo non ostacolino la scelta vegetariana da parte dei genitori, ma raggiungano con il tempo un livello di formazione tale da poter supportare le famiglie, senza costringerle a un pericoloso fai da te”.

sabato 12 marzo 2011

Buste di plastica

Oggi in fila al supermercato ho fatto un sondaggio personale su quante persone avessero portato con sè la propria sporta, onde evitare di acquistare buste di platica.
Eravamo tantissimi alle casse, nella mia fila davani a me erano otto persone, e le altre casse non erano da meno.
Ebbene, nella mia fila eravamo solo in tre ad avere la propria sporta, nelle altre il conteggio non era da meno.
Non c'è niente da fare, è ancora difficile accettare di non prendere la busta che ti offre (a pagamento) il negoziante. E' troppo difficile forse ricordarsi di portare una piccola borsa nella propria borsetta? O è solo questione di pigrizia? Perso che la risposta sia più appropriata alla seconda domanda.
Comunque anche i commercianti non fanno niente per evitare l'uso della borsa di plastica, forse perchè dalla vendita dello shiopperbag hanno un piccolo introito, per cui è solo una questione di bussiness.
Eppure ci sono tantissime pubblicazioni che evidenziano quanto sia inqinante la plastica, danneggiando l'ambiente in cui viviamo,e quindi creando conseguentemente danni anche alla nostra salute.

giovedì 24 febbraio 2011

L'uso dei cellulari altera attività cervello

Il rischio per le telefonate lunghe, lo studio pubblicato sulla rivista 'Jama'

23 febbraio, 18:37


Una donna chiacchiera al cellulare
L'uso dei cellulari altera attività cervello  ROMA - Le telefonate lunghe col cellulare modificano l'attività del cervello nelle zone limitrofe alla posizione dell'antenna del telefono ma non è chiaro se questo cambiamento di attività abbia dei significati dal punto di vista della salute. E' quanto dimostra uno studio di Nora Volkow del National Institutes of Health di Bethesda: una telefonata lunga 50 minuti cambia il livello di attivazione di certe aree neurali in corrispondenza dell'antenna del telefono, come è riscontrabile misurando il metabolismo dello zucchero in quelle aree. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista dell'Associazione Nazionale dei Medici Americani 'JAMA'.
La possibilità che i telefonini facciano male alla salute e aumentino il rischio di cancro al cervello è oggetto di indagine ormai da molti anni e vari studi hanno smentito o avvalorato a più riprese tale ipotesi. Lo studio Usa è stato teso, invece, non a vedere gli effetti clinici del cellulare ma piuttosto gli effetti sul cervello in sé. Gli esperti hanno chiesto a 47 volontari di tenere per 50 minuti un cellulare acceso (ma senza suono) su un orecchio e uno spento sull'altro (il test è stato ripetuto due volte invertendo l'orecchio su cui era poggiato il telefonino acceso); poi hanno misurato con la PET (tomografia) il metabolismo del cervello.
Più precisamente gli esperti hanno usato come indicatore dell'attività cerebrale il metabolismo dello zucchero (glucosio); più glucosio viene consumato più il cervello è attivo. E' emerso che nella corteccia orbitofrontale e temporale sul lato del cervello su cui era poggiato il cellulare acceso è aumentato in misura significativa (circa del 7%) il metabolismo dello zucchero. Servono però nuovi studi, concludono i ricercatori, per capire i potenziali effetti a lungo termine per la salute di queste alterazioni.

martedì 15 febbraio 2011

Alimentazione e infanzia

Sinceramene non mi ricordo da dove ho letto e ripreso questo articolo, veramente interessante:

Bambini in salute: l’alimentazione nell’infanzia



I bambini, si sa, sono “clienti” difficili ed esigenti. La maggior parte dei cibi sani e consigliabili non trova gradimento nel loro palato. Ci sono, però, tanti trucchi per contrastare le cattive abitudini e radicare in loro sane abitudini di vita. Il cancro è una patologia strettamente legata al cibo: mangiare correttamente sin da piccoli è il miglior investimento per la salute.


Le preferenze alimentari e l’abitudine a un regolare esercizio fisico si consolidano nei primi anni di vita. Per questo è molto importante insegnare ai più piccoli ad alimentarsi correttamente e invitarli a praticare sport nella giusta quantità.






Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato che oltre il 30 per cento dei tumori è associato al tipo di alimentazione seguita e che un consumo di cibi sani fin dalla più giovane età si accompagna a una più bassa incidenza di tumori.






Questo dato è stato confermato anche da un grande studio epidemiologico europeo, lo studio EPIC, al quale anche AIRC ha contribuito.






L’elemento determinante, secondo lo studio EPIC, è l’elevato consumo di vegetali fin dalla più tenera infanzia, a fronte di un apporto contenuto di proteine di origine animale.


QUESTIONE DI PROPORZIONI


Perché i più piccoli siano sempre svegli e pieni di energie è necessario che l’apporto calorico segua lo schema rappresentato qui sotto.






L’importanza reciproca di pranzo e cena è, purtroppo, spesso invertita: i bambini che mangiano nelle mense scolastiche tendono a non consumare l’intero pasto (spesso perché non gradito), mentre i genitori che lavorano riservano alla sera il menù più completo, favorendo così l’aumento di peso. Durante la notte, infatti, il bambino non ha modo di smaltire le calorie in eccesso.










LA COLAZIONE È UNA COSA SERIA


La colazione del mattino, spesso sottovalutata in Italia, è molto importante perché al risveglio, dopo una media di 10 ore di digiuno, l’organismo ha bisogno di “carburante” per ripartire.






Per fare una buona colazione, l’elemento chiave è il tempo. Alzarsi dieci minuti prima per sedersi a tavola è una strategia vincente: non solo si dà al bambino il tempo di svegliarsi con calma e di sentire gli effetti del digiuno notturno, ma si incentiva un inizio della giornata non troppo frenetico.






Una colazione scarsa innesca un vero e proprio circolo vizioso: è facile infatti che il bambino che non mangia al risveglio si butti affamato sulla merenda di metà mattina. Di conseguenza a pranzo non avrà fame. La merenda pomeridiana sarà quindi eccessivamente abbondante e la cena scarsa: in sostanza si sposta il bilancio nutrizionale verso gli spuntini di scarso valore a scapito dei pasti principali.






La merenda di metà mattina dovrebbe essere costituita da un frutto fresco o da semplice pane, meglio se integrale, che fornisce un buon apporto di carboidrati senza l’eccesso di zuccheri presente invece nelle merendine e nei biscotti.






martedì 8 febbraio 2011

zinonna: lasagne con riciclo di scarti di carciofi

zinonna: lasagne con riciclo di scarti di carciofi: "sono finalmente arrivati i carciofi romaneschi. Li ho trovati neanche troppo cari e subito ne ho comprati 10. Li ho tutti puliti per cucinar..."

giovedì 27 gennaio 2011

torta di mele dietetica inventata



Oggi avevo voglia di fare un dolce, ma dietetico così da non essere dannoso per il colesterolo e può essere mangiato anche da persone allergiche al latte e alle uova.
Ho usato i componenti della torta veegana "pan di spagna", leggermente modificati e poi ho aggiunto sopra le mele. Un profumo per la cucina veramente eccezionale, il sapore anche.
Ecco gli ingredienti:

800 grammi di mele (avevo solo quelle questa mattina, ma se uno vuole ci si può mettere anche un kilo)
zucchero di canna e limone per il sopra;

250 gr. di farina e 100 di maizena (se  si è celiaci si può sostituire la farina di grano tenero con la fecola di patate) tre cucchiai di olio di  semi di girasole, cinque cucchiai colmi di zucchero di canna, una bustina di lievito e una di vanillina, un cucchiaino di bicarbonato di sodio, scorza grattuggiata di un arancio biologico,un cucchiaino di cannella,  un pizzico di sale e un bicchiere di latte di soia o riso.

Procedimento:

per prima cosa si accende il forno a 180° o 200°, poi si sbucciano e si affettano le mele a fettine sottili, si aggiunge un cucchiaio di zucchero di canna e si spreme un pò di limone per evitare che si anneriscano e si lasciano in una ciotola.
Poi si mescola lo zucchero con l'oio di girasole, frullandolo un poco, si unisce il sale, le farine, la scorza grattata di arancio, la vanillina, il lievito sciolto in poco latte, e il latte rimasto sempre frullando il tutto. Si deve ottenere un composto piuttosto liquido. Si unge una torta, si infarina, poi si versa il composto; quindi sopra il composto si vanno a posizionare le fettine di mela, fino a completarle. Il risultato è quello che avete visto nella foto. Non male!

giovedì 20 gennaio 2011

Orto verticale con bottiglie

Qesto è un orto che si può fare pure su un piccolo balcone, occupando pochissimo spazio. L'articolo è ripreso dal sito Ecoblog:






Orto verticale con bottiglie di plastica riciclate


pubblicato: mercoledì 19 gennaio 2011 da Marina L’idea è semplice: usare un telaio in legno e applicarci su mezze bottiglie di plastica riciclate per creare un mini orto verticale. I passaggi per costruire l’orto li trovate qui.



L’idea è interessante sopratutto se si vogliono piantare erbe aromatiche: basilico, menta, rosmarino, trovano una collocazione ideale nella struttura verticale e sono così anche facili da cogliere.



Inoltre non si spreca acqua per innaffiare: quella che viene versata nei vasi superiori gocciola poi in quelli inferiori.



sabato 15 gennaio 2011

Si riparte

Oggi una giornata stupenda, abbiamo  quasi finito di potare tutto quello che ne aveva necessità. Certo ci ha aiutato Stafano, un amico che professionalmente fa il giardinieere, che con gli attrezzi giusti ha potato per bene il nostro albicocco, una pianta stupenda che è crescita in modo smisurato; ha solo 13 anni, ma ha un fusto grandissimo e certi rami portanti altrettanto grandi. Per il melo del giardino di dietro avevo incominciato io, ma sono piuttosto debole (non ho molta forza nelle braccia non perchè sia malata ma semplicemnte perchè è la mia struttura fisica) e quindi non riuscivo a potarlo per bene, così mi ha aiutato Nando e poi ha completato lui. Certo una bella soddisfazione perchè per me è il secondo anno che mi dedico a fare questo lavoro, e devo dire che ho capito benissimo come funziona. La soddisfazione più grande la scorsa estate me l'ha data l'olivo e l'uva fragola. La potatura che avevo fatto lo scorso anno è stata buonissima, e sia l'ulivo che le due piante di vite hanno fruttificato tantissimo, il che vuol dire che avevo potato bene. Certo per rifarlo quest'anno ho dovuto rivedere tutte le regole su internet, un aiuto validissimo per gli inesperti.
Ora se continuano le belle giornate potrò finalmente dedicarmi all'orto, che grida vendetta. Infatti avevo piantato parecchie cipolle e broccoli e broccoletti, e seminato agli, ma con tutte le giornate di pioggia che ci sono state, le erbacce hanno preso il sopravvento, ed ora cercherò di estirparle per venire a capo di tutto.
Comunqe il lavoro di oggi ha fatto ritornare finalmente il colorito sul viso sia mio che di Nando, e tutti e due siamo stati benissimo.