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venerdì 26 novembre 2010

Saccheti di plastica

Sono già  due anni che ho sempre nella borsa un sacchetto che si chiude e diventa piccolissimo, fatto di stoffa. L'avevo avuto in regalo a natale dalla mia consuocera inglese, in quanto in Inghilterra questo concetto è già stato divulgato da molto, e lì i supermercati incentivano le peersone a non usare le buste di plastica, dando dei punti in più sulla tessera nell'eventualità che si adoperi il proprio sacchetto riutilizzabile. E la scorsa estate diffondevano delle sacche fatte di iuta, carinissime, con disegnini sopra, sempre per incentivare. Ora le vendono a solo una sterlina l'una, e sempre se le usi danno dei punti in più sulla tessera.
Invece in Italia sembra che neanche a Gennaio si applicherà la normativa dell'eliminazione delle buste, in quanto sembra che la ministra Prestigiacomo ha dimostrato incertezze sull'abbandono della plastica.
Allora Legambiente ha lanciato un referendum per votare in tal senso.
Allego qui quanto pubblicato dal sito Ecoblog:
Sacchetti di plastica: Legambiente lancia il referendum online


pubblicato: venerdì 26 novembre 2010 da Peppe Croce

Già un paio di mesi fa Legambiente aveva lanciato una petizione in favore dell’abolizione dei sacchetti di plastica, i famosi shopper dei supermercati.

Ora arriva una vera e propria campagna nazionale, chiamata “Vota il sacco”, per ribadire e rinforzare la richiesta di dire addio ai sacchetti non biodegradabili. La campagna si svolgerà nelle piazze e su internet, tramite un sito-referendum online per chiedere agli italiani quale sia per loro l’alternativa migliore ai sacchetti tra le borse della spesa riutilizzabili, i sacchetti di carta e i sacchetti di bioplastica.

Perché mai Legambiente ha sentito l’esigenza di tornare, con una nuova iniziativa, su questo argomento? Per due motivi: il primo è politico, come dimostrano le incertezze sull’abbandono della plastica del ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo; il secondo è “tecnico” e consiste nella forte resistenza che sta facendo l’industria della plastica tramite l’associazione di categoria Unionplast.

Unionplast afferma che i sacchetti in bioplastica siano peggiori di quelli normali, in plastica riciclata: la bioplastica proviene da materie prime alimentari (patate, mais, olio di girasole), mentre la plastica riciclata proviene dai rifiuti. Legambiente risponde che il dossier stilato da Unionplast per difendere le sue posizioni “contiene dati inutilmente allarmistici, in alcuni casi volutamente lacunosi e persino falsi”.

Per quanto riguarda la competizione con l’industria del cibo, in particolare, Legambiente è convinta che cibo e bioplastica possano convivere ed integrarsi senza alcun problema.

http://www.ecoblog.it/post/11579/sacchetti-di-plastica-legambiente-lancia-il-referendum-online?utm_source=newsletter&utm_medium=mail&utm_campaign=Newsletter:+ecoblog/it+(ecoblog)

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