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sabato 15 gennaio 2011

Grazie alla vitamina D

Riporto qui un articolo interessantissimo pubblicato sulla rivista dell'associazione AIRC:

Dagli Stati Uniti arriva la scoperta che la vitamina D può essere utile per tenere sotto controllo la leucemia linfocitica cronica


Mantenere nella norma i livelli di vitamina D aiuta a rallentare la progressione della leucemia. Lo afferma Tait Shanafelt che assieme a un gruppo di colleghi statunitensi ha recentemente pubblicato sulla rivista Blood i risultati di uno studio durato tre anni e condotto su poco meno di 400 pazienti con leucemia linfocitica cronica.



Misurando i livelli di vitamina D di tutte le persone che hanno preso parte allo studio, Shanafelt ha verificato che circa un paziente su tre (30 per cento) mostrava valori troppo bassi – meno di 25 nanogrammi per millilitro – al momento della diagnosi di leucemia e che per questo gruppo aumentava del 66 per cento la probabilità di una progressione della malattia e di un ricorso alla chemioterapia. Inoltre, in caso di bassi livelli di vitamina D al momento della diagnosi, raddoppiava il rischio di morire a causa della leucemia, mentre aumentando la concentrazione della vitamina presente nell’organismo, si allungava la sopravvivenza dopo la diagnosi.


“Si tratta di dati importanti sia per i pazienti sia per i medici” spiega Shanafelt, ricordando che la leucemia linfocitica cronica colpisce in genere gli adulti e prevede una prima fase di “vigile attesa” (cioè di sola osservazione), seguita da chemioterapia nel momento in cui si presentano i sintomi. “Questo tipo di strategia non è semplice da accettare per il malato, che si sente impotente di fronte alla malattia e teme che il tumore possa progredire”. Misurare, ed eventualmente correggere, i livelli di vitamina D può rappresentare un passo importante per migliorare le possibilità di convivere con il tumore.


“La vitamina D potrebbe rappresentare il primo fattore di rischio monitorabile e modificabile che ci permette di intervenire direttamente sull’andamento della malattia nella leucemia linfocitica cronica”, conclude Shanafelt.

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