Visualizzazioni totali

martedì 19 gennaio 2010

Bocche con espressione amara

Lo scorso Giovedì sono andata a Roma per mia nipote, la più piccola, e quando sono salita sull'autobus ho osservato le persone che lo stavano frequentando in quel momento. Erano per la maggior parte donne, e quasi tutte di un' età avanzata. Tutte erano assorte nei loro pensieri, ed avevano una smorfia di tristezza sulle labbra.Nessuna sorrideva o per lo meno aveva una faccia serena. Guardandole, facevano pensare che avessero passato dei momenti difficili nella loro vita, e i segni erano ancora evidenti sui loro volti. I ragazzi, invece, che sono poi sopraggiunti a una delle fermate successive, erano tutti chiassosi e sorridenti, quansi canzonatori verso l'universo.
Comunque la vita nella città è veramente triste, ognuno è solo e chiuso nel suo guscio, senza comunicare con i vicini, e chiuso al mondo esterno una volta chiusa la porta di casa.Qesta considerazione l'abbiamo fatta quando siamo venuti ad abitare qui a Cerveteri io e Nando, allorchè abbiamo incominciato a vivere quasi in comunità, dove tutti i momenti sono buoni per stare insieme, si dividono le gioie e i dispiaceri come in una grande famiglia. Forse è il modo di vivere dei piccoli centri.
E noi, che avevamo vissuto per 30 anni in un palazzo a Roma, aiutandoci con i vicini in caso di necessità, ma mai abbiamo preso un caffè insieme!
Per questa vita isolata, forse, quelle donne avevano un'espressione triste.

Nessun commento:

Posta un commento

sono accettati commenti
grazie a tutti